Ad ogni mio compleanno, che cada in qualsiasi giorno della settimana, mi concedo una colazione o una cena in un ristorante che scelgo con molta cura.
Quest’anno avevo diverse soluzioni in mano, grazie al mio pusher ufficiale, l’amico Allan Bay, che è una fonte inesauribile di ricette (con le quali ho sempre fatto un figurone) e di ristoranti.
La scelta di andare da Christian & Manuel Costardi non è stata casuale. Amando il riso in modo particolare, sia quando lo cucino che quando lo gusto cucinato da altri, mi ha attratta il fatto di poter degustare in un solo pasto, due o tre qualità di riso che non fosse scontato o già conosciuto.
Devo dire che l’obiettivo è stato raggiunto.
Dopo avere “prelevato” la mia best friend Patrizia, raggiungiamo Vercelli in poco tempo.
Il Ristorante si trova in un’ala dell’Hotel Cinzia, la mamma di Christian e Manuel, che ne continua la gestione.
Ci accoglie lei, sorridente, e ci guida verso la sala ristorante che si apre su un ambiente molto luminoso e confortevole.
Christian e Manuel sono impegnati nella registrazione di una puntata per un programma televisivo che sarà trasmesso a breve, e ad accoglierci c’è Elisa, la maÎtre storica del ristorante (scopro più tardi) e comunque una bella ragazza mora con un piglio risoluto e il viso più che simpatico.
Ci fa accomodare al nostro tavolo e comincia a raccontarci qualcosa sul ristorante e sui menu proposti con una padronanza di linguaggio che mi sorprende in modo piacevole. Bella, brava e anche molto professional. Diamine, non mi piace parlare delle quote rosa ma in questo caso Elisa è la persona giusta al posto giusto.
Come mio solito mi faccio dare la carta del vino prima di dare una sbirciata all’elenco delle portate e vado diretta sulla pagina degli champagne.
Elenco molto preciso, diviso per produttore in ordine alfabetico, con annata e vitigni. Mi colpisce la mancanza di parecchie etichette blasonate di importanti Maison. Cosa che, mi spiegherà Christian più tardi, è stata fatta per scelta.
In questo momento non ne sento proprio la mancanza, devo dire.
Scelgo quindi una bottiglia che non ho mai provato, di un produttore biodinamico (serio) che conosco: Cuvée Les Chênes di George Laval, vintage 2002.
Non lo descrivo qui, lo farò a momento opportuno.
Sappiate che comunque è uno champagne vibrante, caldo e molto, molto complesso. Una delizia insomma.
Elisa ci spiega che volendo provare due/tre risotti non è proprio il caso di abbondare con il resto perché le porzioni non sono proprio mini e la tendenza a sentirsi comunque soddisfatti arriva prima di quanto si immagini.
Imbastiamo un menu tagliato a misura che prevede un paio di assaggi come entrée e tre risi particolari in successione:
- Baccalà mantecato, crema di patate e cannella
- A Venezia “scampi in saor”
- Costardi’s Tomato Rice
- La primavera di riso Carnaroli
- Carnaroli come fosse un aglio e peperoncino
Nel frattempo ci vengono servite due mini focaccine, appena tolte dal forno, e che io non riesco nemmeno a fare raffreddare, e naturalmente nemmeno a fotografare.
Oggi ho deciso di chiudere nel cassetto la dieta che sto seguendo da ormai un paio di settimane.
Le prime due portate spariscono in un lasso di tempo che va dai 5 ai 10 minuti!
L’equilibrio gustativo trova la sua migliore esplicazione tangibile.
Baccalà e scampi potrei mangiarne ad libitum.
Nota particolare: sopra gli scampi Elisa ci fa gocciolare dell’aceto di timorasso, per dare proprio quella punta di acidità elegante ed aumentare il gioco agro-dolce. E’ strepitoso!
Ma aspetto i piatti forti: i risotti.
Partiamo da un classico dei Costardi’s, il Tomato Rice.
La particolarità, oltre alla perfetta cottura e sapore del riso, è che viene servito in una lattina che ricalca la Campbell’s Soup.
La lattina, oltre a tenere il riso caldo, esalta, e non di poco, il profumo mentolato del basilico in emulsione e messo in superficie a forma di foglia, e quello pungente del pomodoro nel risotto, che contrasta anche in colore.
Cremoso al punto giusto è quasi confortante e ricorda gli esperimenti di mia madre quando, da piccola, le chiedevo di farmi il riso con il pomodoro. Mai riuscita nell’intento.
Sempre dalla sezione Creativi, ci viene servita la Primavera di riso Carnaroli.
La base fatta con riso e crema di asparagi su cui si adagiano olive taggiasche essiccate e capesante crude. E i colori ricalcano proprio una primavera botticelliana.
I profumi sono delicati ma tutti percettibili. Al palato la consistenza e la temperatura calda del riso giocano a rimpiattino con il tessuto della capasanta, più morbido e fresco.
Non si riesca a capire che sia il vincitore. Ma è bello, buono, armonioso, equilibrato.
Concludiamo con il risotto imitatore, quello che vorrebbe essere come aglio, olio e peperoncino.
Un riso Carnaroli bianco, morbido e cremoso perché mantecato con un olio congelato all’aglio e spolverato di peperoncino e curcuma.
Piacevole ma devo dire che, in porzione ridotta (eravamo arrivate al capolinea), l’impatto delle spezie si è sentito molto e il retrogusto amaro ha avuto il sopravvento sulla naturale dolcezza del riso.
La prossima volta porzione intera, è necessario ribilanciare i sapori!
Resta un solo piccolo assoluto spazio nello stomaco per qualcosa di sfizioso e di completamente insolito, creato dai fantasiosi brothers, in questo caso Manuel, per l’ultima edizione de Le Strade della Mozzarella: il cannolo di pasta, in questo caso un pacchero, cotto al dente, fritto due volte, spolverato di zucchero a velo e ripieno di crema di ricotta di bufala con un filo di scorza d’arancia caramellata.
Una perfetta armonia.
E come ciliegina sulla torta, dato che c’è stata una “soffiata” in cucina su questo giorno particolare per me, arrivano le coccole di Christian e Manuel sotto forma di piccoli dolcetti in una piccola scatola con una candelina accesa, che ho spento immediatamente pensando ad un desiderio da realizzare (e che ovviamente non vi rivelerò!).
Si son fatte le 4, direi che sarebbe ora di liberare tavolo e sala, siamo le ultime due goderecce rimaste nel ristorante.
Salutiamo Elisa e Christian, che mi regala anche un menu con auguri, e passiamo da mamma Cinzia per il regolamento di rito!
Decidiamo che verremo qui anche per il compleanno di Patrizia.
E’ bello sentirsi a casa propria e gustare qualcosa che è fatto con tanta passione, serietà, ricerca e intelligenza.
Le diverse consistenze delle materie prime usate, i diversi colori, i sapori a volte contrastanti creano un tutt’uno nella cucina dei Costardi che arricchisce palato e mente in un perfetto gioco di equilibri.
E questo, secondo me, è solo il punto di partenza.
http://www.hotel-cinzia.com/